Il monastero di Shaolin è situato nella regione di Henan ai piedi di una delle cinque montagne sacre della Cina : il Song Shan. Venne costruito nel 495 D.C. sulla base di un eremo già esistente, dall’ imperatore Xiao Wen Di, per dare rifugio ad un monaco indiano di nome Batuo.

Nell’ anno 525 D.C. un altro religioso proveniente dall’India si rifugia, dopo lunghe peregrinazioni, a Shaolin. E’ Da Mo (Bodhidharma in sanscrito), che fonderà la setta Chan più conosciuta con il suo nome giapponese: Zen.

La leggenda vuole che Da Mo trovando i monaci deboli e prostrati dalle lunghe meditazioni da lui proposte, insegnasse loro degli esercizi marziali per rinvigorirne il corpo e la mente, ispirandosi ai movimenti degli animali ed alle posizioni delle statue dei santi (Lohan ) dell’ iconografia buddhista.

Nonostante le ricerche storiche abbiano confutato il ruolo di Da Mo come patriarca marziale è innegabile l’importanza ed il rispetto che ancora oggi gli vengono assegnate in quanto iniziatore di tutta la tradizione Shaolin.

il tempio di Shaolin in Cina, un pezzo di storia per il kung fu in tutto il mondo

Nei secoli seguenti il monastero conobbe momenti di splendore e ricchezza vivendo costantemente un ruolo di primo piano nella storia cinese. Celebri sono le gesta eroiche dei monaci guerrieri, vittoriosi contro i pirati o come liberatori del futuro imperatore dei Tang, Li Shimin.

A causa della sua importanza anche politica, Shaolin fu più volte attaccato e distrutto, anche dagli stessi imperatori. Il fatto che molti stili di Wushu riconoscano in Shaolin le loro origini è dovuto anche alla diaspora dei maestri scampati alle distruzioni che in altri luoghi continuavano a diffondere le arti del tempio. La storia più recente lo vede nuovamente bruciato nel 1928 per mano di un signore della guerra. L’ incendio divampò furioso per 40 giorni e 40 notti, ardendo quasi tutti i padiglioni. Successivamente con l’ invasione giapponese e l’ avvento della Repubblica Popolare, il monastero pareva destinato ad un inarrestabile declino.

Furono le arti marziali e la forza dei monaci guerrieri a salvarlo dall’ oblio. Infatti nel 1982 una troupe cinematografica di Hong Kong ricevette il permesso di girare un film tra le sue mura. La pellicola fu subito un successo internazionale invogliando migliaia di giovani, cinesi e non, ad andare a Shaolin per studiare il Chan ed il suo famoso stile di Kung Fu. Da allora il governo prese il controllo della situazione e consentendo una minima libertà religiosa, sfruttò la fama del Kung Fu, ricercando i vecchi monaci sopravvissuti, restaurando il monastero ancora in rovina dopo l’ incendio del ’28 e costruendo strutture di accoglienza.

Attualmente Shaolin, pur se in una situazione politica delicata (è pur sempre un centro religioso nel contesto di un regime totalitario), vive un nuovo periodo di splendore, dimostrando ancora una volta la tenacia, la resistenza, la fede di questo mitico ordine.