Cari amici ed allievi,

con questo articolo vorrei parlarvi di un argomento complesso ed affascinante che riguarda molto da vicino le nostre amate Arti Marziali e gli sport da combattimento. Volutamente, per ragioni di leggibilità, ho cercato di non portare troppe spiegazioni di  tipo neuro fisiologico e di usare invece esempi tratti dalla nostra pratica marziale. Con la speranza che questo breve scritto possa contribuire a spiegare il perché di certi esercizi e metodi che a volte nella pratica di palestra possono sembrare un po’ ripetitivi. Infine vorrei ricordarvi che i processi sotto descritti non sono altro che dei modelli e che per quanto riguarda il controllo del movimento, per quanto incredibile possa sembrare, ne sappiamo meno della composizione del suolo di Marte…

Buona lettura.

Classi di movimento e capacità di scelta negli Sport da Combattimento

All’interno degli studi sul Controllo motorio, si è soliti operare una prima distinzione tra le attività motorie fra movimenti discreti, continui e seriali. Nell’ambito degli sport di situazione come il sanda, ci interessa soprattutto definire i movimenti discreti ovverosia tutti quelli in cui può essere individuato il momento di inizio e quello di fine.

una tecnica di proiezione, tipica dello sport da combattimento cinese (sanda)Così portare un oggetto alla bocca, calciare o effettuare una distensione di pugno sono alcuni esempi di questa categoria di movimenti. Una delle caratteristiche che di solito si accompagna ai movimenti discreti è la velocità, che è quasi sempre maggiore rispetto a quella osservata nei movimenti continui. Inoltre un’altra caratteristica che si accompagna a questo genere di movimenti è l’importanza dell’aspetto cognitivo rispetto a  quello motorio. Citiamo a tal proposito un esempio che può rendere più chiara la distinzione (R. Paoletti “Il controllo motorio” ed. Il mulino). “Se l’operatore di una centrale di controllo deve prestare attenzione ad un pannello luminoso, ed in risposta ad una luce verde deve premere un dato pulsante posto sulla consolle di comando, mentre in risposta ad un segnale di allarme rappresentato, poniamo, da una luce rossa deve premere molto celermente  un altro pulsante della consolle, è plausibile supporre che la parte più impegnativa del compito sia quella relativa alla discriminazione dei differenti segnali ed alla selezione del pulsante corretto, e che poco o nessun impegno venga riservato al come premere il pulsante. Una volta che il segnale luminoso sia stato correttamente riconosciuto ed il pulsante di risposta sia stato selezionato, poco importa il dito impiegato per premere il pulsante o l’angolo di flessione del polso che guida la mano impegnata nella risposta.”

Se prendiamo però in considerazione la risposta ad un attacco portata con l’intenzione di un certo risultato dimodochè esso risulti il più efficace fra i possibili,le cose risultano essere assai più complicate. E questo è esattamente ciò che avviene nella dinamica di uno sport da combattimento.

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